[68] L'invincibile guerriero espresse il desiderio di voler uccidere oltre l'assassino del suo amante anche altri guerrieri, pratica non documentata nella realtà dell'epoca, ma vista solo nei miti. [63] Patroclo in procinto di morte ebbe il tempo di sminuire la sua sconfitta da parte dell'eroe troiano ("Se anche venti guerrieri come te mi assalivano,/tutti perivano qui vinti dalla mia lancia;/ me uccise il destino fatale e il figliuolo di Latona,/ e tra gli uomini Euforbo: tu m'uccidi per terzo. Una descrizione del principe troiano la ritroviamo in Strauss dove asserisce, secondo i dati da lui raccolti, che avesse una capigliatura fluente; i capelli li portava lunghi sulla nuca e corti sulla fronte,[119], forse aveva una coda di cavallo, ed era sbarbato; inoltre indossava un gonnellino e orecchini d'oro. Nella Divina Commedia Dante lo rappresenta in compagnia di Enea[98] ponendoli tra gli spiriti magni del limbo perché non avevano ricevuto il battesimo. Un altro avversario, con cui il principe troiano si ritrovò a combattere più volte, fu il formidabile Teucro, egli ad ogni freccia che scagliava un nemico cadeva morto sul campo. La battaglia fra i due eroi si stava avvicinando sempre di più e gli dei tutti volevano intervenire: Apollo, fra tutti il più esposto, cercò di coinvolgere Enea, spingendolo a osare il duello con Achille: il Pelide avrebbe facilmente ucciso il suo nemico ma questi fu salvato da Poseidone, che pur essendo divinità protettrice dei Greci apprezzava moltissimo la pietas di Enea. Improvvisamente, dopo la prematura discesa all’Ade di tanti giovani eroi, nasce fra i due un dialogo che, per la prima La morte di Ettore - Parafrasi (Iliade, libro XXII, vv. Achille si stupisce nel vedere Priamo, come chi vede un omicida che, fuggito dalla sua terra, chiede ospitalità e perdono a un potente straniero. Improvvisamente, dopo la prematura discesa all’Ade di tanti giovani eroi, nasce fra i due … Sebbene Priamo sia il re di Troia, è Ettore il vero detentore del potere sui suoi compatrioti. Ettore nel corso della guerra ebbe tre aurighi, tutti uccisi allo stesso modo: un nemico, sempre diverso, sferrava un attacco con la propria arma di cui è maestro, il troiano agile schivava ogni volta l'attacco ed ogni volta il nemico colpiva il suo cocchiere. Automedonte schivò per poco la morte per mano di Ettore, mentre il principe troiano riuscì a ferire il forte Leito.[67]. Il figlio di Priamo a vedere il suo avversario in preda ad una furia omicida, si diede alla fuga, velocissimo tanto da non farsi raggiungere dall'inseguitore ma non abbastanza da sfuggirgli. Patroclo fu in grado di attaccare ed uccidere il grande Sarpedone e tanti altri nemici. [5] Quando si trovava in visita a Lacedemone, il fratello di Ettore, Paride (detto Alessandro), rapì Elena, la moglie del re della città, Menelao. Podargo, Xanto, Aitone e Lampo, dove alla stregua di uomini il principe troiano parlava con loro volendoli spronare a dare il meglio, contro i forti Nestore e Diomede. [58], Achille, rimasto neutrale per promessa data in precedenza, scorse da lontano le navi in fiamme, e Patroclo dopo avergli chiesto di poter andare a combattere vestito con le sue armi, partì a capo dei Mirmidoni, l'esercito del Pelide. Il pastore di genti sferrò il suo attacco e il Pelide si difese con lo scudo, nel frattempo, non vista, Atena raccoglieva la lancia di Achille riconsegnandola al guerriero acheo. Subito dopo si recò dal nemico proponendo il duello: il vincitore avrebbe trattenuto presso di sé Elena, e si sarebbero stipulati dei patti di amicizia tra i due popoli, in modo da porre fine alla guerra. Priamo era re della grande città di Troia. La moglie lo pregò di non scontrarsi con Achille poiché questi le aveva già ucciso il padre e i suoi sette fratelli. Priamo, che era il signore di una ricca e potente città, padre di cinquanta figli, di cui Ettore era il più valoroso, è costretto a umiliarsi ai piedi del vincitore. [124], Anche se Paride era suo fratello, Ettore per la salvezza dell'onore della famiglia e del suo regno non esitava a sguainare la spada contro di lui minacciando di ucciderlo,[12][88] Paride dal canto suo accoglieva ogni critica da parte del fratello, affermando che il suo cuore è sempre tagliente come una spada. [39] Tuttavia i suoi compagni in seguito gli ricordarono che nello scontro Ettore non aveva riportato neanche una piccola ferita. Apollo, al colmo dell'ira, colpì Patroclo alla schiena disarmandolo completamente: egli perse l'elmo, lo scudo, la lancia e la corazza. [29], Il primo assalto lo effettuò il troiano, ma l'avversario dotato di un famoso scudo bloccò l'attacco che non superò gli strati di pelle di cui era composto. La dea raggiunse il troiano che si lasciò ingannare dal falso aspetto, decise quindi di andare a scontrarsi con il nemico a viso aperto. Menelao trafisse Pode, il giovane cognato di Ettore, suscitando un dolore immenso nel condottiero troiano: questa uccisione valse comunque a renderlo nuovamente agguerrito. In questo frangente rompe il giuramento fatto a Patroclo riconsegnando il corpo ormai straziato di Ettore al padre per volontà degli dei. [64]") e di profetizzare al Ettore la sua morte per mano di Achille.[65]. A lui Omero dedica il titolo di vari capitoli del suo poema: L'Iliade stessa si conclude con il verso 804 del libro XXIV ancora nominandolo. Il duello tra Ettore e Achille è il duello finale dell’Iliade di Omero.Achille, desideroso di vendicare la morte di Patroclo, uccide Ettore, segnando così la vittoria dei Greci nella guerra di Troia.. Il duello tra Ettore e Achille riassunto. L'unico ad essere rimasto fuori dalle mura, infine, era proprio Ettore. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 13 set 2020 alle 21:32. Achille appena saputa della tragica morte dell'amato Patroclo prima pianse, confortandosi con sua madre, e, infuriato, strinse nuova amicizia con Agamennone; infine si diresse verso il suo nemico senz'armi. [34][35], Igino differisce da Omero, fornendo una versione magica dello scambio dei doni dopo il duello. Il greco da solo partì al soccorso dell'amico che si ritrova appiedato, perse infatti il suo cavallo per via di una freccia. A questo punto venne decisa un'estrazione a sorte. 5. rocca di Priamo: è la città fortificata di Troia, su cui regna Priamo, padre di Ettore. [140] La fama dell'eroe omerico rimase viva anche in epoca post classica, e nel Medioevo egli fu ritenuto esemplare per la sua piena adesione agli ideali cavallereschi: venne infatti inserito tra i Nove Prodi.[1]. [33] Secondo un'altra versione Ettore voleva scontrarsi direttamente con Achille capendo che lo scontro fra i due era inevitabile, ma l'eroe greco ancora infuriato con Agamennone perché gli aveva sottratto il suo bottino di guerra (presa solo per compassione e per esaudire il desiderio di Patroclo), Briseide, riferì che si era ritirato dalla guerra e solo allora Ettore scelse Aiace come sfidante. [151] Ben altro significato assumerà poi in epoca imperiale con la costituzione della provincia romana di Acaia. Ettore (‘’Εκτωρ), l’eroe troiano, è figlio di Priamo e di Ecuba, e probabilmente loro figlio maggiore, benché alcune tradizioni (le quali risalgono a Stesicoro) lo considerino figlio d’Apollo. Qui si ripristina il ciclo di Ettore, padre di fronte ad Astianatte ma lui stesso figlio di fronte a Priamo padre. Ettore fu il guerriero troiano che più di chiunque altro si distinse in guerra, arrivando ad uccidere 32 eroi fra gli 88 totali uccisi dall'esercito di Troia. Famoso è il suo addio alla moglie e al figlio nel libro VI, uno dei più tristi e commoventi della storia. Questo perché il troiano aveva posto tale condizione per acconsentire al suo matrimonio con Polissena,[138] ma sapendo che se non riusciva nell'intento avrebbe dovuto uccidere i suoi parenti, rinunciò. Agamennone stesso intervenne per fermare il fratello, pronto ad accettare il duello, troppo più forte era Ettore. Dubbia è l'esattezza di questo elenco, in quanto una quadriga non è un elemento consueto negli scritti dell'Iliade e soprattutto i verbi successivi sono riferiti in forma duale. Il greco scagliò la sua lancia ma lo scudo del troiano lo difese. Ettore elaborò un piano, cercando di reclutare sotto pagamento qualche seguace, rispose all'appello tale Dolone. [57] Ettore uccise Schedio e quando iniziò a bruciare le navi pose fine alla vita di Perifete, l'ennesimo nemico. Figlio di Laomedonte, dopo la prima distruzione di Troia da parte di Eracle, fu riscattato dalla sorella Esione; da giovane prese parte a una spedizione di Frigi contro le Amazzoni. Il principe troiano schivò il colpo mortale e fu il suo terzo cocchiere, Cebrione, a farne le spese. [25] Solevano talvolta assistere da vicino alle sfide che più gradivano. [18] In casa incontrò la sorella Laodice e la madre Ecuba; rifiutò offerte di buon vino e buoni pasti per non dimenticare la durezza della lotta che incombeva non lontano e convinse la madre a pregare la dea Atena, tradizionalmente ostile ai troiani, per cercarne il favore: una volta uscito incontrò Paride ed Elena intenti a giustificare il loro agire. Il nemico scagliò un grosso macigno, contro cui il troiano, per quanto riuscì a difendersi, si ritrovò disteso a terra dolorante. Tre giri completi delle possenti mura fecero i duellanti: ad Ettore fu preclusa la via dell'entrata, ma al contempo gli venne risparmiato il nugolo di frecce che i Greci erano pronti a scoccare, perché rimaneva una preda di Achille. [75], Atena scese dall'Olimpo con il permesso di suo padre, raggiunse Achille, lo tranquillizzò, poi assunse le sembianze di Deifobo, uno dei fratelli più cari ad Ettore. Ettore tornò da Andromaca durante una pausa, dopo aver seguito il consiglio di Eleno che, dotato di facoltà divinatorie, gli aveva consigliato di compattare le file dei combattenti e lui solo rientrare in città per predisporre un sacrificio alla Dea Atena. Un'altra freccia scoccò dall'arco e anche questa volta per volere divino il nemico sbagliò mira,[42] uccidendo invece Archeptolemo, il nuovo cocchiere del troiano, sostituito subito da Cebrione, altro fratellastro. [49] Ettore preferì evitare scontri impegnativi dilettandosi contro soldati di minore fattura. Il corpo, secondo una delle tante versioni, fu seppellito per ordine di Apollo in una città greca tenuta nascosta. L'eroe pensava che il temporeggiare era solo una tattica a favore dei più ricchi greci, infatti Troia era stanca per il continuo assedio e non aveva più sostegni economici per sfamare l'esercito. Le truppe di Ettore videro nel corso della battaglia un presagio in alto nel cielo,[52] e pensando che poteva essere portatore di nefaste notizie dubitarono su come agire, e lo stesso Polidamante chiese all'eroe di ritirarsi. Il mito di Ettore ha colpito la fantasia di molti autori nei secoli successivi, Dante riprese il suo mito più volte nella stesura delle sue opere. [122], «Amici, quanto ammiriamo Ettore divino, credendoche sia uomo di lancia e guerriero animoso! Alcuni autori attribuiscono ad Ettore la paternità di altri tre figli: Laodamante,[3] generato da Andromaca, un certo Anfineo,[4] e Ossimo (o Ossinio). Achille si stupisce del vecchio Priamo arrivato fin nella sua tenda. Il primo attacco lo rivolse l'acheo, la sua lancia grazie all'agilità del troiano mancò il bersaglio. Glauco era infastidito dal comportamento di Ettore, che sembrava disinteressarsi della sorte dei compagni. Ettore chiamò Deifobo che non accorse, comprese l'inganno ma comunque estrasse la spada iniziando l'ultimo scontro fra i due. [73] Il greco con la sua asta osservò con attenzione il corpo del nemico, l'armatura che indossava la conosceva bene perché era la sua. Il troiano dopo aver ucciso Epigeo, lasciò perdere gli altri avversari concentrandosi su Patroclo, che per difendersi scagliò una pietra contro di lui. Ettore aveva il tempo per pensare, voleva riscattare la sua misera figura per aver portato molti compagni alla morte, era cosciente che l'unico modo era sconfiggere un nemico che sapeva essere più forte di lui. Il troiano, approfittando del momento favorevole, riuscì a ferire Teucro e solo il fratello di lui, Aiace, e l'intervento di altri eroi salvarono l'abile acheo da morte certa. Priamo alla tenda di Achille Il vecchio re, padre di Ettore, giunto di fronte ad Achille si umilia a chiedere la restituzione del corpo del figlio. Ettore era il figlio più amato perché meglio di ogni altro difendeva Troia e il suo popolo. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta l'8 feb 2021 alle 18:23. Così parlò il vecchio e vibrò priva di slancio l'innocua lancia che rimbalzò dal fioco bronzo e pendette inutile dal sommo della borchia dello scudo. [75] Il principe troiano all'inizio era contrario alla guerra (consigliò la restituzione di Elena al marito) ma una volta iniziata combatté senza esitazioni, tanto che negò alla cara moglie il suo desiderio: quello di abbandonare la battaglia per starle accanto. Priamo: Io sono infelice del tutto, che generai forti figli nell’ampia Troia, e non me ne resta nessuno. [32][33], I doni scambiati furono in realtà presagi di sventura, in quanto entrambi saranno collegati agli episodi che narrano della loro morte: la spada, regalo di Ettore, sarà quella con cui Aiace si ucciderà; la cintura, invece, regalo dell'acheo, sarà quella con cui il troiano verrà trascinato per il campo dopo la sua morte. La guerra continuò, molti eroi caddero sotto le armi del prode troiano,[15][16] in seguito, sotto consiglio di suo fratello Eleno, Ettore partì per andare a trovare sua moglie, in ansia per lui; ma prima di iniziare il viaggio, fece un accalorato discorso ai suoi soldati. dami . Per il mitografo è come se oltre all'oggetto in sé ci fosse anche la volontà, l'odio della persona che regala l'oggetto. Πρίαμος) Mitico ultimo re di Troia. Anche usanze tipiche degli abitanti della Tessaglia, come quella mostrata da Achille nel trascinare, con un certo rituale il corpo straziato dell'eroe troiano, sono riportate da fonti di autorevole fattura. Egli era titubante nell'abbandonare la sfida, perché non voleva che Ettore potesse vantarsi del fatto che egli avesse avuto paura di lui, alla fine convinto da Nestore, si ritirò resistendo a fatica alle offese del nemico, e solo grazie ai tuoni di Zeus.[41]. [120], Le critiche rivolte alla figura di Ettore sono per la maggioranza esposte nell'Iliade stessa. Un testo molto chiaro e comprensibile, mi ha aiutato in un compito delle vacanze di epica... grazie siti internet! Queste categorie culturali, e le relative contrapposizioni, si affermeranno in epoche successive, rimanendo sempre estranee al mondo omerico. [28] Tutti depositarono un sasso, dove avevano posto precedentemente un segno di riconoscimento, dentro l'elmo di Agamennone. Il vecchio re tenta di impietosire Achille ricordandogli il padre Peleo. Durante la lotta contro il prode Achille inizialmente fu l'unico a fermarsi per affrontarlo, per poi darsi alla fuga, e infine prendere coraggio e affrontare il suo grande nemico in un duello per lui mortale. [38] Aiace in seguito parlò con Odisseo della sfida, affermando che anche se il re di Itaca e molti altri eroi avevano paura di Ettore, perché portava scompiglio quando scendeva in battaglia, quasi come se un dio lo affiancasse nella lotta, lui nella sfida non aveva perso. [128], L'immagine dell'eroe troiano la si ritrova anche nell'Arca di Cipselo ormai perduta, in tante miniature dell'Iliade ambrosiana e la sua figura è stata trattata anche su antiche monete di Troia. Prima che il nemico lo raggiungesse i genitori del troiano si disperarono, soprattutto Priamo, temendo che il guerriero acheo potesse fare scempio del corpo senza vita del figlio. Diomede reagì scagliando a sua volta la lancia mirando alla testa e colpendo l'elmo di Ettore che a stento resistette al forte impatto, il troiano barcollò, le tenebre scesero sui suoi occhi, mentre il nemico recuperò armi e terreno. [13] Menelao accettò la sfida,[14] ma essa non ebbe tuttavia l'esito sperato a causa dell'intervento divino di Afrodite, che mise in salvo Paride. [54], Ettore guidò il suo esercito alle navi, affrontando di nuovo il temibile Teucro; l'eroe troiano scagliò la sua lancia sperando di colpirlo, ma la sua arma si conficcò nel petto di Anfimaco, un capitano acheo. Dei molti dipinti che lo raffigurano quasi mai vi era un'opera dedicata interamente a lui, ma veniva sempre dipinto con altri eroi a fargli compagnia. [136], «Questo dunque sarà gran giuramento:certo un giorno verrà rimpianto di Achille ai figli degli Achei,a tutti quanti; e allora non sarai capace, per quanto ti affligga,di dare un aiuto, quando molti per mano di Ettore massacratorecadranno morendo; e tu dentro ti mangerai l'anima,crucciandoti che al migliore degli Achei negasti un compenso», Achille aveva una grande stima di Ettore, conoscendo più l'abilità del guerriero che il suo mite carattere: infatti durante lo scorrere dell'Iliade quando pensò di essere giunto di fronte alla morte per cause estranee alla guerra, si rammaricò di non essere stato ucciso dal nemico. Priamo (gr. Ettore (in greco antico: Ἕκτωρ, Héktōr; in latino: Hector) è un eroe della mitologia greca, figlio primogenito di Priamo, re di Troia, e di Ecuba. Un ultimo eroe che uccise tantissimi Troiani nell'Eneide fu Turno, il re dei Rutuli e figlio di Dauno, eroe italico, e della ninfa Venilia, anch'egli semidio, che fece un eccidio dei compagni di Enea arrivando ad uccidere da solo ben 48 nemici. [135] Il pastore di popoli appare per la prima volta nel libro II alla testa dell'esercito troiano. Secondo alcune versioni del mito, il figlio di Teti stava per tradire i greci e consegnare il campo ad Ettore. [61] Nella battaglia si alzò una nube di polvere che tutto copriva, perdendo di vista Ettore, Patroclo attaccò uccidendo molti altri nemici; ma ad un attacco si rivolse senza saperlo contro Apollo, unitosi in precedenza alla battaglia, che si difese con una sola mano. [72], Achille si rituffò nei combattimenti, facendo scempio di altri compagni di Ettore e tra le sue vittime vi furono Troo Alastoride, che si era arreso senza neanche tentare la fuga, Deucalione, decapitato di netto con la spada (il midollo schizzò dappertutto e il busto giacque disteso in un lago di sangue), e il giovane e valoroso condottiero trace Rigmo; giunto sulle rive dello Scamandro, uccise un altro figlio di Priamo, Licaone, e il forte Asteropeo dei Peoni della Macedonia, i cui corpi furono gettati nel fiume insieme a quelli di molti altri guerrieri. [92] Secondo una versione, quando Ecuba venne catturata dagli Achei divorò le ceneri di suo figlio, che aveva nascosto in seno, per vietare possibili nuovi oltraggi[93] Sulla tomba dell'eroe vennero trovati lacrime e pochi capelli bianchi,[94] in seguito si diffuse nella gente del luogo una sorta di leggenda: si voleva infatti che il fantasma di Andromaca facesse sovente visita alla tomba del marito. Per riscattare il proprio onore e riportare presso di sé Elena, Menelao, con l'obiettivo di vendicarsi distruggendo la città di Troia, organizzò assieme al fratello Agamennone un'alleanza dei popoli achei. Durante la lotta contro il prode Achilleinizialmente fu l'unico a … Ettore è entrambe le cose. In seguito si ritrova il figlio di Priamo ovunque, in sculture come quelle di Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, nella danza grazie a Werner Egk nel 1948 e Peter von Winter nel 1962, nella musica grazie all'Hektor-Trilogie di Andreas Meyer-Laubercon nel 1963. Ettore attaccò Diomede scagliandogli contro la sua lancia ma essa non raggiunse l'obiettivo, come sperato dal principe troiano. Qui riceve la visita della madre Teti, che gli consiglia di restituire il corpo dell’eroe troiano al padre Priamo. La storia percorre l'intera guerra fino nell'ultimo atto, il quinto, dove Ettore stanco della guerra quando fa riposare la sua spada viene affrontato inerme da Achille e ucciso. [59] Grazie a questo trucco, i Danai riuscirono a prendere di nuovo il controllo della riva. Nel corso dei combattimenti, Ettore uccise Schedio, capitano dei Focesi, figlio di Ifito, ma di fronte al contrattacco acheo retrocesse di poco. Intorno al suo cadavere combattevano i duellanti come due fiere bestie, e lo scudiero cercava di attaccare Ettore alle gambe. Ettore preoccupatosi della situazione dopo essersi rialzato salì sul carro fuggendo mentre il Tidide lo copriva di insulti. [91] In realtà, il sudore sullo scudo non viene mai menzionato da Omero in riferimento ad Ettore, ma solo ad Aiace durante il combattimento sostenuto fra i due. Aiace sferrò un assalto con la sua forte lancia, oltrepassando lo scudo del troiano, ma Ettore fu abile ad abbassarsi appena in tempo per evitare una tragica fine. Poco prima dell'inizio della guerra, l'oracolo di Apollo Timbreo, dio di Troia, suggerì ad Ettore di evitare una lotta con Patroclo, poiché, se lo avesse fatto, i Destini non avrebbero in alcun modo impedito la morte del troiano. [115] Ettore era ben conscio di essere un modello a cui i troiani si ispiravano e non aveva modestia nell'ammettere che era famoso fra la sua gente. Dopo il duello contro Ettore, Achille torna al campo acheo dove partecipa ai funerali di Patroclo. Nestore salì sul carro e i due affrontarono a viso aperto il nemico. [86] Il corpo rimase nascosto agli occhi del padre perché, se l'avesse visto in quelle condizioni, avrebbe potuto attaccare Achille e rimanere ucciso.[87]. Il padre e la madre di Ettore vedono dalle mura l'orribile spettacolo e implorano invano la pietà di Achille. Decise di nuovo di effettuare dei giri con il carro attorno alla tomba dell'amico, rispettando un rituale, usanza tipica del suo popolo,[80][81] anche se la sorte era la stessa di quella riservata ai re sacri dell'epoca. Ettore, per non lasciare che i nemici prendano il sopravvento, li affronta per salvare la sua gente e la sua patria.
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